Oggi la disponibilità di cibo e di qualsiasi forma di nutriente di cui abbiamo bisogno è per quasi tutti facilmente reperibile. Sappiamo che purtroppo, in tante parti del mondo, non è così e sicuramente non era così nel passato, dove la tendenza a dover inventare piccole e grandi soluzioni alimentari era all’ordine del giorno. La caccia e il raccolto furono le prime fatiche degli uomini che riuscivano, con queste tecniche, a nutrirsi in modo completo e a dare la possibilità alla specie di progredire con le pance piene e tutta la forza necessaria nei propri muscoli. Ma se portiamo l’orologio del tempo molto più in avanti, in particolare all’epoca che precede la scoperta del nuovo continente, scopriremo una delle soluzioni di cui si parlava poco fa. Questa prende il nome di pemmican, una carne essiccata che conteneva incredibili sostanze nutritive e pertanto, era particolarmente apprezzata dai nativi americani.
Pemmican: la storia dell’alimento e i pellerossa
Prima che il Nord America fu scoperto e successivamente, colonizzato dall’Inghilterra, quelle terre erano abitate da popoli che chiamiamo pellerossa, indiani d’America o nativi americani. In quei luoghi floridi di caccia e raccolto, veniva preparata una specialità estremamente concentrata di proteine e altri elementi, il Pemmican.
Il pemmican è carne essiccata e compattata di un’animale precedentemente procacciato, con l’aggiunta di frutti (in particolare frutti di bosco). In questo modo, un innumerevole quantità di proteine, grassi, zuccheri e vitamine veniva reso immediatamente disponibile in una forma che ci ricorda tanto le barrette proteiche odierne, di quelle tanto in voga tra gli sportivi, per intenderci. Utilissimo in caso di traversate o in momenti in cui la nutrizione era una vera e propria sfida in onore della sopravvivenza.
Pemmican: come veniva preparato?
Il pemmican, come già accennato, ha come ingrediente principale la carne. In particolare, si parla di carne di animali grossi, come i bufali, le alci e ciò che rendeva una grossa disponibilità di carne al cacciatore e che ovviamente, era più facilmente reperibile.
Ucciso l’animale, la carne veniva tagliata in pezzi sottilissimi che venivano essiccati o cotti, dopodiché, compattati in modo tale da formare la famosa barretta. A questo venivano aggiunti i frutti che davano un contributo notevole di zuccheri utili e insieme, un sapore che era in grado di addolcire l’intera pietanza.
Pemmican: è ancora in uso?
Forme di questo alimento, con diverse tecniche di conservazione in linea alle odierne regolamentazioni, sono disponibili in tanti paesi. Prende il nome di “carne essiccata” e non è raro che sia un po’ la base degli alimenti per animali. Anche gli esseri umani, tuttavia, possono reperire alcune tipologie di pemmican adeguate all’alimentazione umana e spesso, di tipo industriale.