La musica ha il potere di trasportare la mente in posti lontani dalla realtà, in momenti precisi del passato e riesce anche a consolare quando si attraversano periodi poco felici della vita. Se quindi, da una parte la musica può essere considerata una sorta di terapia per l’anima, dall’altra può essere uno strumento potente di gioia, liberazione e spensieratezza.
La produzione musicale della cantante folk irlandese Enya abbraccia perfettamente le due caratteristiche della musica. Enya Patricia Brennan, conosciuta con il suo nome d’arte Enya, è una delle cantanti irlandesi di maggiore successo che ha venduto nella sua madrepatria un numero di dischi secondo alla band degli U2. La sua carriera musicale è iniziata negli anni ’80 come cantautrice legata alla cultura, alla musica celtica e irish folk per poi trovare successo internazionale con il pop.
Enya cantante folk irlandese
Con un temperamento timido, riservata nella sua vita privata e dedita alla propria musica, Enya è una cantante solista che sembra avere riscosso negli anni un enorme successo in tutto il mondo. Il suo disco “A Day Without Rain” del 2000 resta l’album new age più venduto di sempre. La cantante ha vinto numerosi premi in tutta la sua carriera, tra cui sette World Music Awards, quattro Grammy Awards per il miglior album new age e un Ivor Novello Award, premio inglese assegnato a compositori e scrittori musicali.
Fu nominata per un Oscar e un Golden Globe per “May It Be”, la canzone che scrisse per la colonna sonora del “Signore degli Anelli: The Fellowship of the Ring” (2001). Dietro alla sua figura ruota un trio composto dalla cantante stessa che compone, suona e canta, Nick Ryan produttore e arrangiatore e Roma Ryan, che scrive i testi in varie lingue.
I primi progetti come artista solista comprendono la colonna sonora di “The Frog Prince” e la serie di documentari della BBC del 1987, “The Celts” che venne pubblicato come suo album con il titolo “Enya”. Il successo di “Watermark” del 1988 la portò alla fama in giro per il mondo aiutata da “Orinoco Flow”, il singolo di successo che entrò nella top ten list internazionale.
Da lì sono tanti i successi che si sono susseguiti: “Shepherd Moons” (1991), “The Memory of Trees” (1995) e “A Day Without Rain” (2000). Le vendite di quest’ultimo album sembrano essere aumentate negli Stati Uniti subito dopo l’utilizzo del singolo “Only Time” come canzone simbolo per la tragedia degli attacchi dell’11 settembre. Dopo “Amarantine” (2005) e “And Winter Came” (2008), Enya si è allontanata dalla musica per poi tornare nel 2012 pubblicando “Dark Sky Island”.
Quali sono le più belle canzoni di Enya?
Le canzoni di Enya per la loro natura malinconica e a tratti sospesa vengono spesso associate alla guerra. A novembre del 2000 la cantante pubblica il suo quinto album intitolato “A Day Without Rain” anticipato dal singolo “Only Time” che diventa il sottofondo dell’attacco terroristico dell’11 settembre 2001, di diversi servizi radio e televisivi.
La cantante e i fan rimasero un po’ delusi da questa correlazione triste, in quanto la produzione musicale di Enya si ispira alla musica sacra celtica che collega Medio Evo e New Age. La stessa cantante sembra avere dichiarato più volte, in varie interviste rilasciate, che alcuni dei suoi brani siano ispirati dal “Signore degli Anelli” che fanno anche da colonna sonora al film.
Dopo una titubanza iniziale si convinse a pubblicare una versione speciale di “Only Time” per una raccolta fondi in favore delle famiglie delle vittime. Tra le più belle canzoni ricordiamo:
- “Only If”: un brano inedito contenuto all’interno del cofanetto a tiratura limitata intitolato “A Box of Dreams”. Si tratta probabilmente di una canzone poco conosciuta nel panorama musicale di Enya, ma rappresenta una delle sue composizioni più allegre;
- “Book of Days”: una canzone di straordinario successo arrivata nelle radio e nei negozi di dischi di tutto il mondo a partire dal 1992;
- “Anywhere Is”: un brano che ha ottenuto un ottimo successo grazie al suo videoclip di grande popolarità. La canzone è stata eseguita dalla stessa musicista irlandese davanti a Papa Giovanni Paolo II in occasione del concerto di Natale tenutosi nel 1995;
- “Caribbean Blue”: nel 1991 arriva l’album “Shepherd Moons” nei migliori negozi di dischi, mentre alle radio impazza il singolo di lancio della raccolta. Erano passati solamente tre anni dal successo di “Watermark” e della sua famosissima “Orinoco Flow” e, anche con la sensuale e suggestiva “Caribbean Blue” siamo di fronte ad un arrangiamento evocativo che collega le nuove sonorità pop e citazioni alla religione, antichità e natura.