Il facocero vive in Africa, nelle savane e nelle boscaglie. Ne esistono di due specie, quella del Phacochoerus africanus è la più comune ma c’è anche il Phacochoerus aethiopicus, che vive in Africa orientale.

Questo mammifero può arrivare a misurare un metro e mezzo di lunghezza, il peso oscilla tra i 60 e i 150 kg per i maschi, e tra i 45 e i 75 kg per le femmine. La sua pelle è grigia e ospita setole nere dai riflessi chiari, le setole si fanno inoltre più chiare presso le orecchie e ai lati del muso. La striscia giallo-marrone che arriva fino alla coda, la quale termina con un ciuffetto di peli scuri, si tira su se l’animale è in una condizione di stress. Il maschio presenta escrescenze di pelle sotto occhi e guance, escrescenze di una dozzina di centimetri; la femmina ne ha di meno, soltanto sotto gli occhi. La corporatura è robusta ma gli arti sono corti e piuttosto fini.

L’aspetto del facocero, che può ricordare quello del cinghiale, è noto a molti anche per il personaggio di Pumbaa del capolavoro disneyano Il re leone, protagonista con Timon di un film a parte e di una serie. Si distingue tra i suidi per le zanne: i canini superiori, quando l’animale matura, si piegano verso l’alto; li usa per difendersi dai predatori.

Il facocero non è un animale particolarmente aggressivo. Giusto il maschio, durante la stagione degli amori, può manifestare aggressività ma difficilmente arriva a scontrarsi con altri maschi. Più che altro, effettuano delle corse o si colpiscono con la testa, abbassando le ginocchia. Trovata la femmina disponibile all’accoppiamento, il maschio le rimane vicino, condividendo talvolta anche la tana. La gestazione dei cuccioli, da due a quattro, è di 170-175 giorni circa. I piccoli vengono svezzati a sei mesi e arrivano alla maturità sessuale dopo 18-20, in ogni caso il maschio normalmente inizia ad accoppiarsi non prima dei 4 anni.

Habitat e alimentazione

Il facocero tende a vivere in gruppo, nelle savane e nelle distese erbose. È diffuso in Africa, in una zona settentrionale, dalla Mauritania all’Etiopia, e in una più a sud, tra la Namibia e il Sudafrica orientale. Lo si può trovare, comunque, anche in aree costiere e sul Kilimangiaro, fino ai 3.000 metri. Di giorno, caccia e, quando il sole è troppo forte, cerca riparo tra i cespugli e l’erba. Di notte, per mettersi al sicuro da tempeste e da predatori, si va riposare in cavità scavate nella terra. Al fine di marcare il territorio, sfrega il muso sulle cose, urina e rilascia sostanze che vengono prodotte dalle ghiandole degli occhi.

Per quanto riguarda l’alimentazione, il facocero si nutre di erba, infatti si piega sulle zampe anteriori e la bruca, e di bacche, radici, tuberi e cortecce ma anche di mammiferi, serpenti, carogne, larve e insetti. Essendo animali massicci, i facoceri riescono a sradicare arbusti di grandezza medio-piccola e mangiano ceppi e bulbi.

Le curiosità sul facocero

Il facocero vive nella savana, pertanto è abituato a bere acqua quando è disponibile: è il mammifero che più resiste alla sete, anche mesi. La sua pelle assorbe l’acqua dall’umidità ambientale. È una delle più comuni prede del leone, poiché è un mammifero di grandi dimensioni e anche perché emana un odore forte. Specie in passato, questi simpatici animali non avevano una buona nomea: parlando dell’immaginario popolare dell’Africa, il facocero era associato all’idea di “incarnazione dei peggiori sogni”.

Per quanto riguarda la presenza del facocero nell’immaginario collettivo e nella cultura di massa, a parte i già citati prodotti Disney, ne compare uno in Pomi d’ottone e manici di scopa, inoltre Bebop, nemico delle Tartarughe Ninja, è un facocero. Nel romanzo 2001: Odissea nello spazio, gli animali che vengono cacciati sono facoceri (tapiri, nella trasposizione cinematografica di Stanley Kubrick). Un’altra curiosità che si può citare sta nella pronuncia: si dovrebbe dire “facocèro”, anche se in tanti dicono “facòcero”.

 

 

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