Sfintere di Oddi: dove si trova? Quali funzioni ha nell’organismo?

Lo sfintere di Oddi è un muscolo situato intorno al dotto biliare, proprio nel punto esatto in cui quest’ultimo entra nel duodeno. Il dotto prende il suo nome dal medico italiano Ruggero Oddi che lo studiò per primo e ne scoprì funzionalità e patologie connesse. Scopriamo insieme come funziona e quali possono essere le patologie connesse a un malfunzionamento di questo anello muscolare.

Come funziona?

Lo sfintere di Oddi può compiere un movimento di chiusura che permette alla bile di arrivare nella colecisti, e di apertura dove la colecisti si contrae permettendo così alla bile di entrare all’interno del duodeno. Lo sfintere è composto da tre parti: una che si arrotola solo sul dotto proveniente dal fegato mediante un legamento, una seconda parte che riguarda il dotto pancreatico e un’ultima parte che rappresenta una struttura muscolare a forma di dotto che avvolge il coledoco e il dotto di Wirsung.

Il funzionamento di questo anello muscolare è importantissimo per il nostro organismo. Le contrazioni prodotte nella fase di digiuno provocano la risalita della bile lungo il coledoco. Attraverso il dotto cistico, il flusso biliare viene spinto nella cistifellea dove risiede e si concentra. Viene rilasciata quando si mangia ed è quindi, essenziale per scomporre e digerire i pasti specialmente quelli a base di lipidi.

Quando si può parlare di disfunzione dello sfintere di Oddi?

Lo sfintere di Oddi è un muscolo che compie un movimento di apertura e chiusura per consentire al flusso della bile e al succo pancreatico tra pancreas e intestino tenue. Quando c’è un malfunzionamento, accade che il muscolo dello sfintere non si apre quando dovrebbe. Questo può provocare un aumento dei succhi gastrici e un possibile forte dolore all’addome. Questa condizione è una patologia che può essere trattata dal medico con farmaci oppure con una procedura che prende il nome di “sfinterotomia”.

La digestione è un processo complesso, attraverso il quale il nostro organismo trasforma il cibo che mangiamo in energia di cui abbiamo bisogno. Fegato, pancreas e sfintere di Oddi svolgono un ruolo molto importante, in particolare il fegato rilascia una sostanza chimica chiamata “bile”, durante il processo di digestione e il pancreas invece, rilascia il succo pancreatico. Queste due sostanze chimiche arrivano nell’intestino tenue per aiutare la digestione, il cui flusso è controllato proprio dallo sfintere di Oddi.

Lo sfintere, come abbiamo detto, è un muscolo di forma rotonda, che può aprirsi e chiudersi quando necessario. Se questo meccanismo funziona correttamente, lo sfintere si apre per permettere il passaggio del flusso di bile e del succo pancreatico terminato il quale si richiude.

Se invece, questo meccanismo non dovesse funzionare nel modo corretto ecco che si può presentare una condizione che prende il nome di “disfunzione dello sfintere di Oddi”, dove il muscolo non si apre correttamente. Questa disfunzione può impedire alle due sostanze chimiche di fluire verso l’intestino tenue diventando la possibile causa di forti dolori addominali.

Tipologie di disfunzione

Esistono due tipologie di disfunzione dello sfintere di Oddi:

  • biliare: quando i succhi digestivi si accumulano nei dotti biliari del fegato;
  • pancreatite: quando la condizione interessa il pancreas che si sta infiammando.

Insieme alle due tipologie si possono anche trovare tre categorie di disfunzione:

  • la I e II: nelle quali i medici possono riscontrare segni evidenti di disfunzione a seguito di esami del sangue o, di un’ecografia, nella quale si evidenzia un dotto biliare allargato;
  • la III: dove la disfunzione non si evidenzia mediante risultati di laboratorio o possibili anomalie, ma bensì con il dolore addominale. Per questo motivo, sembra essere la disfunzione più difficile da diagnosticare.

Quali possono essere i soggetti a rischio?

Le persone più soggette al rischio di disfunzione dello sfintere di Oddi possono essere coloro a cui è stata rimossa la cistifellea. La procedura di rimozione in medicina è conosciuta con il nome di “colecistectomia” e la disfunzione viene spesso definita come “sindrome post-colecistectomia”. Anche le donne di mezza età sembrano essere le più a rischio.

Sintomatologia

I sintomi della disfunzione dello sfintere di Oddi prevedono: dolore addominale, che sembra essere il sintomo più diffuso, nausea, vomito, febbre, brividi, diarrea e irrequietezza. Questi sintomi possono essere alternare fasi in cui sono lievi e fasi in cui si acutizzano.

Trattamento

Una volta effettuata la diagnosi di disfunzione delle sfintere di Oddi, il medico può intervenire in due modi: attraverso un trattamento farmacologico mirato oppure con un intervento chirurgico. Nel primo caso, se il dolore non è troppo forte specie nei paziente che rientrano nella categoria III, il trattamento è il primo approccio per iniziare. Alcuni pazienti possono anche avere un primo sollievo utilizzando antidolorifici che possono bloccare l’insorgenza degli spasmi.

Quando invece, il dolore è grave e gli esami ne hanno evidenziato la causa, il medico può ritenere opportuno avviare una procedura endoscopica chiamata “sfinterotomia”. Il chirurgo introdurrà sotto anestesia, uno strumento nell’intestino tenue nel punto esatto in cui è situato lo sfintere e taglierà il muscolo per assicurarsi che non sia presenti calcoli nella cistifellea o nei dotti biliari. Questa procedura viene intrapresa solo dopo che le terapie farmacologiche non hanno dato risultati, in quanto essendo complessa può presentare un elevato rischio di complicazioni.

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