Il club sandwich ovvero il pranzo veloce per eccellenza, chi non l’ha mai mangiato almeno una volta nella vita? Si tratta del piatto preferito di chi non ama mettersi ai fornelli, l’unico comfort food che è presente in tutti menù di qualsiasi ristorante al mondo. Spuntino perfetto quando non si ha il tempo di preparare nulla, da consumare magari davanti al pc durante una lunga giornata di lavoro o ancora da portarsi dentro lo zainetto per un pic-nic improvvisato.
Insomma, il sandwich è ormai entrato nella storia gastronomica del nostro paese, ma com’è nato? Si narra che il primo sandwich della storia sia stato richiesto da John Montagu, il quarto conte di Sandwich. Il nobile inglese, amante delle carte, durante un’avvincente partita non voleva proprio allontanarsi dal tavolo per andare a mangiare così pensò bene di farsi preparare un panino. Richiese alla domestica dell’arrosto tagliato a fettine e inserito all’interno di due fette di pane imburrate e tostate, in questo modo, poteva tranquillamente mangiare e giocare senza alcuna difficoltà.
La nascita del club sandwich
Nel momento in cui il Lord consumò il suo buon panino, nessuno poteva immaginare che sarebbe entrato nella storia. Il club sandwich di cui abbiamo la prima ricetta scritta risale agli inizi del ‘900, si trova nel libro intitolato ‘Good Housekeeping everyday cook bookin’ scritto dalla casalinga americana Isabel Curtis. Nella sua versione tradizionale viene preparato in maniera molto semplice con del pane in cassetta tostato, pollo, bacon, insalata, maionese e un po’ di pepe nero. Nel corso del tempo però venne utilizzato il tacchino e non il pollo. Già alla fine dell’800 però alcuni locali degli States proponevano il panino con tacchino, salse e insalata. In America viene letteralmente inneggiato come un piatto tipico nazionale, impossibile non vederlo in qualsiasi film, durante una grigliata o anche come spuntino di mezzanotte, in ogni caso, non si differenzia molto da quello che in Italia siamo soliti chiamare tramezzino.
Le storie sul ClubHouse sandwich
Una storia molto accreditata conferma che il Club sandwich è nato in un locale esclusivo di New York, il The Saratoga Club House. Una sera infatti alcune signore mentre facevano una partita a carte chiesero al cuoco qualcosa di gustoso e caldo da mangiare. Siccome era molto tardi e la cucina era già chiusa, il cuoco preparò un panino con gli avanzi, talmente apprezzato che in poco tempo fu riproposto con ingredienti sempre diversi all’interno del menù. Una storia molto interessante che vede protagonista Ernest Hemingway, lo vede seduto nel più lussuoso Hotel di Parigi, il Ritz, a mangiare il suo sandwich, piatto che ha sempre adorato. Ancora oggi, il locale viene indicato come l’unico al mondo dove si può mangiare il tradizionale Club sandwich.
Come preparare il Club Sandwich
La preparazione del sandwich all’americana è semplice e veloce, oltre che low cost. Per realizzarlo è consigliato utilizzare il pane integrale, possibilmente in versione americana cioè con delle fette di dimensioni più grandi rispetto al pancarrè tradizionale. Per prima cosa, posizionare su una teglia da forno il pane, eliminando i bordi se presenti, la ricetta prevede anche di spennellare la superficie con del burro fuso, e infornare a 200 gradi per 3 minuti, il tempo per farlo dorate, facendo attenzione a non seccare il pane. Rosolare le fette di bacon su una padella antiaderente e senza pulirla, dopo aver tolto il bacon far tostare leggermente le fettine sottili di pollo, la fesa andrà benissimo. Lavare e asciugare i pomodori e l’insalata, tagliare i pomodori a fettine sottili. Si può iniziare a farcire il pane! In genere, vengono fatti due strati di pane, in primis si spalma la maionese, si aggiunge il tacchino, l’insalata e il bacon chiudendo con i pomodori, una fetta di pane e si ripete il procedimento. Non tutti usano la maionese, nel corso del tempo infatti la ricetta è stata modificata e spesso viene aggiunta la salsa barbecue oppure una salsa realizzata con lo yogurt greco. Il panino in genere viene tagliato trasversalmente, e infilzato con degli stecchini lunghi così che la farcia rimanga all’interno.